In data 4 luglio 2025 si è svolto il secondo incontro nell’ambito della procedura di consultazione ex art. 47 della Legge n. 428/90 relativa alla cessione di 16 punti vendita di Unicoop Etruria (ex Unicoop Tirreno), situati nelle province di Massa-Carrara, Lucca e Livorno, a favore di Unicoop Firenze.
Nel corso dell’incontro è stato confermato che il passaggio dei lavoratori e delle lavoratrici avverrà nel rispetto dell’art. 2112 del Codice Civile, garantendo piena continuità occupazionale, il mantenimento delle condizioni economiche e normative – sia collettive che individuali – e senza modifiche alle sedi di lavoro.
Tuttavia, come Organizzazione Sindacale, abbiamo chiesto con forza che Unicoop Firenze dia immediata disponibilità all’apertura di un tavolo di trattativa. Riteniamo infatti fondamentale avviare fin da subito un confronto serio e costruttivo sull’armonizzazione dei contratti integrativi aziendali, per evitare squilibri e incertezze nel passaggio.
Abbiamo inoltre ribadito la necessità di una verifica puntuale e trasparente della lista delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, anche alla luce di possibili assegnazioni temporanee che potrebbero averne esclusi alcuni in modo improprio. È per noi irrinunciabile che tutti i dipendenti effettivamente in forza nei punti vendita al momento del trasferimento vengano compresi nella cessione, soprattutto coloro che da tempo hanno maturato il diritto a consolidare il proprio centro di costo, in alcuni casi da oltre due anni.
La nostra preoccupazione per questa operazione è alta e l’abbiamo ribadita con chiarezza: la cessione di 16 punti vendita in territori storici e strategici priverà la cooperativa di una parte rilevante del proprio patrimonio economico, sociale e valoriale. Massa-Carrara, Lucca, Livorno non sono soltanto province: sono comunità che hanno contribuito, nel tempo, alla crescita e alla tenuta del progetto cooperativo.
In questo scenario, assistiamo a una pericolosa discrepanza tra le dichiarazioni e i fatti: mentre la fusione si è conclusa e la cessione dei punti vendita è in via di completamento entro l’anno, nei negozi si continua a operare in assenza di una visione chiara, di una reale valorizzazione del punto vendita e delle sue persone. Il tanto annunciato “cambio di rotta” – rimettere il negozio al centro – non solo non è mai partito, ma appare ormai un concetto svuotato di contenuti.
La gestione attuale, in troppi casi, non rispetta né i principi cooperativi né la logica del buon senso. Le risorse umane vengono spesso trattate con superficialità, ignorando problematiche personali e competenze professionali acquisite. Emblematiche, in questo senso, sono le continue – e a tratti incomprensibili – trasferte su Roma, che rappresentano il punto più critico di una modalità di gestione che riteniamo inadeguata.
Serve urgentemente un cambio di passo: un confronto vero, continuo, trasparente sulle problematiche dei negozi e sulla gestione dell’intera cooperativa. Non ci possiamo permettere ulteriori incertezze né scelte calate dall’alto che non tengano conto della realtà quotidiana vissuta da lavoratrici e lavoratori.
La posta in gioco è alta: il futuro delle persone, dei territori e della cooperazione stessa

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