Il prossimo 1° luglio 2025 segnerà l’avvio ufficiale della fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia, con la nascita della nuova cooperativa Unicoop Etruria. L’Antitrust ha dato il proprio assenso, ma ciò che sta avvenendo non può essere raccontato con i toni trionfalistici letti nel comunicato stampa ufficiale. Non c’è nulla da celebrare, perché questa operazione arriva senza un reale confronto con le organizzazioni sindacali e dentro una crisi strutturale di cui sono evidenti le gravi responsabilità politiche e gestionali.Non si tratta solo di una fusione. È una trasformazione profonda e rischiosa, in un contesto organizzativo che resta fragile e ancora incapace di affrontare i nodi irrisolti che da anni segnaliamo.CESSIONE DEI NEGOZI: UNA PERDITA, NON UNA STRATEGIAConfermiamo che 16 negozi del Nord della Toscana, compresa tutta la città di Livorno, passeranno direttamente a Unicoop Firenze entro la fine del 2025. Nessuna partnership, nessuna alleanza: una cessione piena.Un’intera area storica, produttiva e centrale per il bilancio della cooperativa, viene ceduta senza spiegazioni, senza visione strategica.
UNA FUSIONE SENZA UN CONFRONTO ADEGUATO, RELAZIONI SINDACALI INESISTENTI
La fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia è avvenuta senza un confronto sindacale adeguato, né nella forma né nella sostanza. Gli incontri sono stati sporadici, le informazioni parziali, nessuna condivisione reale delle scelte che avrebbero richiesto un coinvolgimento pieno delle rappresentanze dei lavoratori.Ancora più grave è quanto accaduto con la cessione diretta dei 16 negozi del Nord della Toscana – compresa tutta la città di Livorno – a Unicoop Firenze:un’operazione di enorme rilevanza, portata avanti senza un confronto degno di questo nome.Parliamo di decisioni che avranno ripercussioni profonde sulla vita e sul futuro di centinaia di lavoratrici e lavoratori, e che sono state prese senza trasparenza e senza alcuna reale interlocuzione con chi rappresenta quei lavoratori.
DIRIGENTI E CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: I VERI RESPONSABILI.
Questa situazione ha precisi responsabili: una dirigenza che da troppi anni è rimasta saldamente al comando, nonostante i continui segnali di crisi. Una classe dirigente che ha lasciato solo macerie, ha gestito con autoreferenzialità e ha costruito un sistema interno impermeabile al cambiamento.Il Consiglio di Amministrazione, in tutti questi anni, non ha visto nulla o ha preferito non vedere. Ha avallato tutte le scelte che ci hanno portati fin qui, senza mai assumersi la responsabilità di fermare la deriva.Non solo: la vecchia dirigenza ha scientemente impoverito il ricambio generazionale, espellendo o marginalizzando quadri e dirigenti scomodi ma capaci, in nome di un controllo assoluto e sterile. Le sezioni soci, che avrebbero dovuto essere motore di partecipazione, sono state ridotte a distributrici di pacchi di pasta e olio a ogni tornata elettorale, fiaccando ogni reale coinvolgimento della base.
NESSUN COINVOLGIMENTO PER I 16 NEGOZI CEDUTI DEL NORD DELLA TOSCANA.
Ancora più grave è quanto accaduto con la cessione diretta dei 16 negozi del Nord della Toscana – compresa tutta la città di Livorno – a Unicoop Firenze:un’operazione di enorme rilevanza, portata avanti senza un confronto degno di questo nome.Parliamo di decisioni che avranno ripercussioni profonde sulla vita e sul futuro di centinaia di lavoratrici e lavoratori, e che sono state prese senza trasparenza e senza alcuna reale interlocuzione con chi rappresenta quei lavoratori.SERVIRÀ BEN ALTRO PER RILANCIARE LA NUOVA COOPERATIVANon ci illudiamo: servirà ben altro per affrontare la fusione e gestire il passaggio dei negozi. Servirà:• un cambio radicale nella governance,• una vera discontinuità con il passato,• relazioni sindacali fondate sul confronto reale e costante,• un piano di sviluppo che parta dai territori e dalle competenze, non dai tagli e dalle cessioni.Come Cobas Commercio, non accetteremo più decisioni prese in silenzio e imposte dall’alto. Pretendiamo un cambio di passo vero, non solo nei documenti ma nella pratica quotidiana della cooperativa. Non permetteremo che a pagare siano, come sempre, solo i lavoratori.
COBAS COMMERCIO Giugno 2025