Lo storico punto vendita Pam di Torino, aperto nel 1999 e attualmente con circa 50 dipendenti, vive un momento di forte tensione e malcontento tra i lavoratori. Di questi, una ventina risultano iscritti ai Cobas, sindacato che da tempo segnala diverse criticità nella gestione del personale.Trasferimenti forzati e clima di pauraUna delle principali fonti di disagio è rappresentata dalla crescente paura dei trasferimenti, spesso verso punti vendita distanti dalla residenza dei lavoratori. La minaccia implicita o esplicita del trasferimento ha spinto molti dipendenti ad accettare turni domenicali e festivi, spesso contro la propria volontà, pur di evitare ritorsioni o peggioramenti nelle condizioni lavorative.Orari disorganizzati e condizioni di lavoro non rispettateGrave anche la questione legata agli orari di lavoro. I turni, sia per full-time che per part-time, vengono comunicati soltanto il sabato per la settimana successiva, rendendo impossibile qualsiasi forma di pianificazione della vita privata. I part-time, in particolare, spesso non rispettano gli orari contrattuali depositati, e si ritrovano a coprire turni estesi, sotto la minaccia di essere penalizzati.Nuova direzione, clima peggioratoCon il recente cambio dei vertici aziendali, la situazione sarebbe ulteriormente peggiorata. I lavoratori denunciano un vero e proprio clima di disagio, con una pioggia di contestazioni disciplinari per motivazioni futili o pretestuose. Questo ha aumentato il senso di insicurezza e di precarietà, anche per via del crescente ricorso a contratti a termine al posto di assunzioni stabili.Diritti ignorati: pause di difficile fruizione, ferie imposte, sicurezza a rischioLe pause vengono concesse con qualche difficoltà, contribuendo a un ambiente lavorativo tutt’altro che sereno. Le ferie non vengono programmate, né è concesso ai lavoratori di scegliere il periodo, nemmeno in estate. Anche sotto il profilo della sicurezza, emergono criticità: i doppioni delle chiavi delle casse vengono conservati tutti insieme in cassaforte, accessibili potenzialmente a chiunque, creando un rischio evidente.Ostilità verso il dialogo sindacaleInfine, il direttore del punto vendita avrebbe impedito più volte ai lavoratori di parlare con gli RSA e RLS, limitando di fatto la possibilità di tutelare i propri diritti e peggiorando il già teso clima interno.I lavoratori iscritti ai Cobas chiedono che venga riportato il rispetto dei diritti basilari sul luogo di lavoro, a partire da turni equi e trasparenti, rispetto dei contratti, libertà sindacale, e un confronto aperto con la direzione aziendale per ristabilire un clima dignitoso

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