A Livorno, da sempre, nelle realtà Coop, il confronto con i lavoratori e le lavoratrici non si è mai limitato alle sole assemblee sindacali. Tutte le organizzazioni sindacali, inclusa la nostra, hanno sempre effettuato regolarmente presidi all’interno dei punti vendita, parlando con le persone nei luoghi di lavoro. Questi momenti di confronto si sono sempre svolti nel pieno rispetto dell’attività lavorativa, evitando accuratamente di intralciare il servizio alla clientela o il lavoro di chi opera ai banchi e in barriera casse. Questa prassi consolidata è sempre stata preceduta da comunicazioni ufficiali alle direzioni aziendali, comprese quelle recenti, rispetto alle quali l’azienda non ha mai manifestato dinieghi formali.

Nell’ambito di questa consueta attività, negli scorsi giorni abbiamo tenuto presidi in numerosi punti vendita Coop della città, tutti svolti nella piena serenità e collaborazione. Tutti, tranne uno: il Mercato di Livorno.

È proprio lì che ci siamo trovati di fronte a una situazione spiacevole e inaccettabile. Il Direttore del punto vendita ha assunto un atteggiamento apertamente ostile nei confronti della nostra delegazione Cobas. Avvicinandosi con toni aggressivi, ha dichiarato di voler parlare solo con un uomo del gruppo, ignorando deliberatamente la rappresentante legale per la provincia di Livorno, nonché delegata Unicoop. Una donna, dunque, che per ruolo e responsabilità era l’unica titolata a rappresentare l’organizzazione in quel contesto, ma che è stata esclusa dal dialogo per motivazioni che non possiamo che definire discriminatorie.

Le nostre richieste di mantenere un tono civile e di aprire un confronto costruttivo sono state ignorate. Il Direttore insisteva con minacce neppure troppo velate e con un atteggiamento nervoso e irrispettoso, ribadendo che avrebbe parlato solo con il rappresentante da lui scelto e, in caso contrario, avrebbe “riferito a chi di dovere”.

Questo episodio colpisce ancor più se si considera che il Direttore in questione, in passato, ha ricoperto ruoli sindacali. Proprio per questo, ci saremmo aspettati da parte sua maggiore capacità di gestione del confronto e rispetto verso chi oggi continua a svolgere, con dignità e fatica, un ruolo di rappresentanza delle istanze dei lavoratori e delle lavoratrici.

Non possiamo che esprimere amarezza e preoccupazione per questo comportamento, che si discosta anni luce dai valori cooperativi e da quella cultura del lavoro partecipato che dovrebbe contraddistinguere un’impresa come Coop.

In un momento così delicato per la cooperativa, a fronte dell’imminente fusione con Coop Centro Italia, riteniamo fondamentale che si favorisca – e non si ostacoli – il dialogo tra sindacati e lavoratori. È proprio nei passaggi cruciali come questo che la trasparenza e il confronto aperto devono essere messi al centro, non repressi.

Ribadiamo con forza che la nostra presenza nei negozi non ha mai interferito con il normale svolgimento dell’attività lavorativa. Ci siamo sempre mossi con discrezione e rispetto. Pretendiamo lo stesso rispetto da parte di chi rappresenta l’azienda.

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